La mia falsa identità
“La mia falsa identità” è il nuovo album di Paolo Saporiti, pubblicato da OrangeHomeRecords/Believe Music Italia.
Si tratta del nono disco in studio che il cantautore milanese definisce ‘definitivo’ per svariate ragioni: la mole di lavoro, i tempi di realizzazione, i contributi artistici e l’impegno economico profusi.
Il disco sarà disponibile in due versioni, una economica e una deluxe numerata e a tiratura limitata, contenente una serie di disegni artistici realizzati da Alessandro Adelio Rossi e tutti i testi delle canzoni.
“Questo disco potrebbe rappresentare tanto la fine del percorso intrapreso fino a ora, quanto un nuovo inizio.
Un punto di svolta sicuro nella visione e nella proposta di me stesso.
Ci arrivo a 50 anni, con un cammino importante alle spalle, e dopo la pandemia. Ho voluto unire aspetti autobiografici, più o meno evidenti, vissuti introspettivi e punti di vista poetici sul sociale, sul mondo e sulla vita stessa, ma la mia cifra rimane comunque un insieme di fantasia, di sogno e di rielaborazione del lutto, di ricerca della felicità, tramite l’assunzione della sofferenza e della musica come compagna di crescita essenziale e metafora per la vita.” Paolo Saporiti
I brani contenuti nel disco sono venti, suddivisi in due capitoli: “Lo sfratto” e “La Zattera”.
Il primo è inteso nell’accezione canonica di “estromissione delle persone da un domicilio” ma racconta anche di un dolce tipico di Pitigliano, la ‘Gerusalemme toscana’, realizzato a forma di piccolo bastone, per ricordare l’oggetto che il messo governativo usava per segnalare agli abitanti – bussando appunto alle porte – che era giunta l’ora di raggiungere il resto della comunità, nel ghetto, durante la cacciata del XVII secolo. I pasticcieri pensarono così di creare un dolce che potesse tenere viva quella memoria.
Il secondo capitolo invece cita il quadro di Géricault “La zattera della Medusa” (1818-19) in cui è rappresentato il naufragio della Medusa. Un caso che fece grande scalpore all’epoca di una nave naufragata davanti alle coste francesi. I sopravvissuti si abbandonarono ad atti di cannibalismo, nel nome della sopravvivenza.
CAPITOLO 1 - LO SFRATTO
Grandi verita
Il bacio di Giuda
Vince lei
In con chi stai?
Muore un altra balena lettera dal plotone
Sei bellissima/la dignità di Elena
Be your God
Un sogno ancora da inventare
CAPITOLO 2 - LA ZATTERA
Mio figlio e il rallentatore di passi
L’autobomba
So navigare benissimo
Lucciole
Le cicatrici dell imperatore
Sai nuotare benissimo
La versione di Penelope
Ti cambierò il destino
Noi due, eittà sole
Falce nera
La mia falsa identità
‘La mia falsa identità’ è nato dall’iconico incontro tra la chitarra acustica e la voce di Paolo Saporiti, questa volta valorizzati dallo stretto rapporto intessuto con gli archi, i fiati e il lavoro già precedentemente sperimentato con il trio di “Acini live” formato da Alberto N. A. Turra alle chitarre e Lucio Sagone alla batteria.
La scrittura del violoncellista Stefano Cabrera (GnuQuartet, Gnus Cello) e del produttore Raffaele Abbate, l’elettronica cinematica ed emozionale, la cura per i dettagli, rendono poi “La mia falsa identità” un lavoro discografico maturo, ispirato a un concetto di fondo lasco magari, sfaccettato e multiforme, ma proprio per questo estremamente contemporaneo: la confusione, la molteplicità e l’incontro/scontro delle identità, dopo la caduta degli ideali, degli dei e dei muri, non è mai stata tanto evidente come oggi.
Dall’album sono già stati tratti tre videoclip: Sai nuotare benissimo (brano scritto in pandemia, sul timore della perdita), Sei Bellissima/La dignità di Elena (che racconta l’eccidio avvenuto a Busto Arsizio, nel 1956, nella panetteria del bisnonno del cantautore) e Vince lei (il sentimento più puro che un musicista possa provare per quest’arte è l’amore).
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